The Lazy Sunflower

Giulia di The Lazy Sunflower

Ciao sono Giulia, nomade digitale e web developer che viaggia lentamente inseguendo l’estate. Questo è il mio blog dedicato al mio stile di vita. Sono una nomade digitale dal 2021 e nello specifico mi occupo di sviluppo web. Viaggio per lunghi periodi in posti caldi, adoro il mare e il sole.
Lavoro presso una digital agency italiana che mi permette di lavorare da remoto, di conseguenza ho degli orari aziendali a cui attenermi quotidianamente.

Percorso formativo per diventare nomade digitale

La base da cui sono partita è stata la scuola superiore ad indirizzo informatico, successivamente mi sono immersa subito nel mondo del lavoro. Ho iniziato in una web agency come backend developer, lì ho avuto l’opportunità di mettere in pratica ciò che avevo studiato negli anni precedenti. Sono rimasta per circa 3 anni per poi cambiare in un’azienda informatica a 360°, nel reparto software, in cui oltre a siti web, e-commerce e web app, ho iniziato a sviluppare anche software web-based. Da qui, ho iniziato a prendere confidenza con il frontend, con la grafica, ux-ui design, i social e la seo, diventando sostanzialmente un full-stack.
Dopo 5 anni termina la mia esperienza in questa azienda per passare all’agency in cui mi trovo ora per fare un nuovo passo ed essere una frontend developer.
Oltre a questo ho acquisito personalmente conoscenze anche in campo di video making ed editing.
Nel corso della mia carriera lavorativa, ho svolto dei corsi serali, in presenza e online per tenermi aggiornata e ampliare le mie conoscenze.

Le difficoltà per diventare nomade digitale

La mia passione per i viaggi credo che sia un’eredità di famiglia. I miei nonni in pensione hanno viaggiato in giro per il mondo. I miei genitori mi hanno portato, fin da piccina, qua e la. Così fino ai 18 anni ho sempre partecipato ai viaggi di famiglia. Poi ho iniziato a viaggiare con diverse persone.

Qualche anno fa, però, mi sono accorta che stavo molto male, che non riuscivo più a vivere ma solo a sopravvivere. In me si era creato un senso di malessere e disagio che non mi permetteva di vivere bene. Aspettavo l’anno in vista dell’estate, la mia stagione preferita, ma ancora di più le ferie per poter viaggiare e muovermi. Accettavo con passività l’idea che quella fosse la normalità, che bisognava vivere così e che tutti fanno così, di conseguenza anche io.

Poi, ho iniziato a cercare come si poteva viaggiare sempre, tutto l’anno. Così hanno iniziato a venire fuori le prime informazioni ma non erano sufficienti perchè volevo viaggiare e lavorare. Ho iniziato a farmi una cultura sul nomadismo digitale e da lì ho iniziato a studiare, sulla base di me stessa, quale sarebbe stata la strada più ottimale per raggiungere questo obiettivo. Ho valutato la partita iva, ma avrebbe richiesto troppo impegno e in un breve periodo era infattibile, quindi ho deciso di concentrare le mie energie su un’azienda che mi permettesse di lavorare da remoto.
Anche qui le difficoltà non sono mancate, lavoravo da molto presso un’azienda, avevo il contratto a tempo indeterminato, mi pagavano puntuali e avevo le mie agevolazioni. Avrei dovuto rischiare tutto, cambiando città, azienda e anche un pò il lavoro. Ma sulla mia personale bilancia, avevo da un lato la stabilità, il comfort e il malessere insostenibile e dall’altra il rischio e la priorità assoluta di viaggiare.

Cosa significa diventare nomade digitale


Nel 2019 ho detto per la prima volta ad alta voce che volevo trasferirmi all’estero e viaggiare.
Il 31 dicembre 2020, grazie ad un amico, ho detto per la prima volta ad alta voce che volevo diventare una nomade digitale e a luglio 2021 lo sono diventata davvero.

Per me diventare nomade digitale è stata una scelta, un obiettivo e una priorità assoluta. Ha significato lasciare il lavoro sicuro, lasciare la casa in cui abitavo nella mia città natale, stare per lungo periodo lontano dalla famiglia, dalle mie amiche e, soprattutto, dalla mia migliore amica. Per me ha significato stravolgere la mia routine e le mie abitudini. Ha significato tanti sacrifici, tante serate in casa per risparmiare i soldi per viaggiare, niente shopping compulsivo, solo lo stretto necessario. Spostarsi da sola significa non avere certezze e relazioni stabili. Però non cambierei nulla e lo rifarei ancora, perchè per me viaggiare vale sopra ogni cosa e sono felice della strada intrapresa, con tutte le difficoltà e i sacrifici.

Quindi si, è possibile, potete viaggiare e lavorare. O anche solo viaggiare. Le strade sono tante, dovete solo trovare la vostra che sarà diversa da tutte le altre. Ma credeteci, sognate e impegnatevi, i risultati arriveranno.